Un paziente fa un controllo dal dentista, gli viene diagnosticata una lesione mandibolare grossa come un mandarino, la lastra panoramica è orribile.
Immediatamente scatta la ricerca di informazioni. Il dentista non sa cosa dire. Gli aveva fatto fare 2 anni prima un’altra lastra e solo adesso si accorge che anche il radiologo a suo tempo, non aveva segnalato nulla. Eppure era così evidente…ma quel giorno c’erano in sala d’attesa tanti pazienti, lui era in ritardo o forse doveva partire per il week-end.
Allora comincia la ricerca affannosa di informazioni. Parenti, amici, conoscenti e infine internet. Su internet c’è di tutto. Soprattutto bisogna cominciare ad evitare gli annunci commerciali. Quelli che pagano perchè il loro nome compaia sempre, appena digiti dent..e già Google ti butta fuori il nominativo del luminare di turno, forse.
Poi cominciano i consulti. Un sacco di tempo e soldi. Medici che guardano la lastra, parlano di tecniche chirurgiche, statistiche, numeri, ma non ti chiedono chi sei, cosa fai, come vivi. Stanno lì, ben trincerati dietro il loro camice, con il consenso informato da firmare.
Questo paziente arriva da me una mattina di 3 mesi fa. Chiedo alla segretaria da dove viene. Da Torino, ha trovato l’indirizzo su internet. Il mio sito, il lavoro di tanti anni.
Quando ci incontriamo, mi racconta che ha sentito parlare molto bene di me da un suo cliente. Lui, il paziente, di mestiere fa il pilota di elicottero e porta a spasso la gente per il cielo. Mi confida che a volte quando è lassù ha la sensazione di essere tutt’uno con l’universo. Anche io quando sono in sala operatoria gli rispondo. Chiacchieriamo e nel frattempo lo osservo.
Uno che rischia la pelle in elicottero tutti i giorni, ma che ha una paura terribile dei medici e delle conseguenze di un intervento. Sa tutto sulla sua lesione. Ha studiato bene su internet e ha sentito già tanti pareri. Io ascolto. Provo un’istintiva simpatia per lui. Anche io, gli spiego, mi metto in gioco, rischio la mia carriera, ogni giorno, con pazienti che si presentano con patologie complesse e chiedono delle risposte.
L’unica cosa che posso fare per lui e spiegargli molto chiaramente cosa penso di fare. Gli prescrivo una TAC cone beam a bassa emissione di raggi.
La vediamo insieme, non la TAC che la sanno leggere solo gli specialisti, ma una ricostruzione 3D della lesione e del nervo, che appare essere vicinissimo alla cisti. Le immagini sono molto esplicite. L’intervento è complesso perchè il nervo è inglobato dalla cisti.
La cisti o neoformazione, non è un tumore, perchè i margini son ben delimitati, e perchè la causa è il primo molare inferiore sinistro, che è devitalizzato male e in più si è pure fratturato. Quindi è altamente probabile che sia stato la causa di tutto. Se il dentista se ne fosse accorto prima probabilmente la lesione non sarebbe stata così grande. Il nervo (alveolare inferiore) non sarebbe stato coinvolto.
Il paziente ha paura di rimanere con il labbro o metà faccia paralizzata, insensibile. Gli spiego che se l’intervento viene fatto delicatamente, magari usando un microscopio operatorio, le probabilità di salvare il nervo sono molto alte. E qui scopro che una delle ragioni per cui si è rivolto a me, è proprio la mia esperienza nell’uso dell’attrezzo: lo stereomicroscopio.
Decidiamo di fare l’intervento in anestesia generale. Il paziente è sovrappeso, molto ansioso, iperteso, ma soprattutto soffre di problemi respiratori di notte: per dormire deve usare una mascherina per la ventilazione forzata CPAP. Si chiamano apnee notturne. E’ una particolare conformazione dello spazio faringeo (la gola) con la lingua grossa e il velopendulo (ugola) talmente “cicciottelli” che occupano tutta la parte posteriore della bocca. Durante il sonno viene meno il controllo volontario della muscolatura, in posizione supina (a pancia in sù), il corpo della lingua tende ad adagiarsi in gola e il paziente va in apnea. Non respira più.
Per questo motivo insieme decidiamo di non utilizzare anestesia locale e sedazione endovenosa, ma di ricorrere all’anestesia generale, anche se difficile da eseguire. L’anestesista infatti deve molto bravo. Si tratta di un’intubazione difficile. Ma almeno la respirazione è assistita.
E nel frattempo la domanda si ripete: “ma il nervo lo salviamo?…in quanto tempo mi riprendo? Sarò tanto gonfio?…mi sveglierò dall’anestesia?”.
E qui cosa vuoi rispondergli? Con delle statistiche? Con un bel consenso informato? Con una bella polizza assicurativa?
Niente di tutto ciò. Cerco di comunicargli che sono consapevole dei rischi, che le scelte le abbiamo condivise e che “il buon sangue…fa guarire i pazienti!”. E poi gli spiego che registrerò l’intervento, perchè lavorando al microscopio questo è possibile. E perchè la trasparenza è un suo diritto ma anche una mia necessità.
La sera prima dell’intervento ero ad una festa di compleanno di un amico. Ad un certo punto me ne sono andato. Immaginavo il paziente, da solo, in clinica, la vigilia di un intervento. Lui non è sposato, non ha figli, ha solo una mamma anziana che non poteva certo prendersi cura di lui. Era solo.
Sono passato a trovarlo con la scusa di controllare che tutto fosse pronto per l’indomani. In realtà sapevo che mi stava aspettando. Abbiamo chiacchierato amabilmente per un’oretta e poi ci siamo augurati la buona notte. Altro che sedativi, anti-ansia, ipno-induttori etc….
L’indomani mattina il paziente era tranquillo. Io vicino a lui mentre l’anestesista attendeva alle sue funzioni.
Due ore dopo era tutto finito. Intervento perfetto. Paziente era euforico, perchè non sentiva male, la sensibilità al labbro c’era…e anche il filmato dell’intervento.
Quattro giorni dopo era in elicottero.
Dr. Massimo Mazza
Clicca il link se vuoi vedere l’intervento…..
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Ho letto la storia tutta d’un fiato… emozionante.
Complimenti Dottore per l’intervento complesso risolto senza problemi, ma soprattutto per l’umanità, il cuore e la passione dimostrati. La professionalità unita a queste tre componenti dovrebbe fare da modello a tutti, non solo ai medici.