Nel dicembre del 2011, un paziente, femmina, di 32 anni, non fumatrice, in perfette condizioni generali si presenta con urgenza presso lo studio.
Sintomatologia riferita: ”fastidio” a livello del primo molare superiore di sinistra.
Diagnosi:
- dente protesizzato e trattato endodonticamente da 7 anni
- ispezione clinica negativa
- dolenzia alla percussione
- sondaggio aperto
- rx-endorale negativa
La diagnosi di frattura verticale di radice è quasi sempre per deduzione.
Alla paziente si propone ispezione chirurgica (incidere la gengiva) con le seguenti possibilità:
1. non c’è la frattura ➜ apicectomia della/e radice interessata
2. diagnosi corretta di frattura ➜ estrazione +
- impianto immediato
- sinus lift (rialzo di seno mascellare)
- rigenerazione ossea
- innesto di connettivo (gengiva)
- provvisorio immediato
Rx ortopantomografia: processo alveolare residuo probabile post-estrazione < 10 mm
1) L’approccio tradizionale:
togliere il dente, attendere 3 mesi, fare il rialzo di seno, attendere altri 6 mesi, mettere l’impianto, attendere ancora 3 mesi e finalmente riaprire la gengiva, fare l’innesto di connettivo e mettere il provvisorio.
Poi altri 6 mesi di maturazione dell’innesto di connettivo. Infine le impronte per il definitivo.
Totale dell’impresa: quasi 2 anni!
2) L’approccio non tradizionale:
1 intervento al posto di 4
6 mesi e definitivo in bocca
Totale dell’impresa: 6 mesi!
Piano d’azione:
- estrazione del dente
- rialzo del seno mascellare
- inserimento dell’impianto
- innesto di connettivo per “rinforzare” la gengiva
- provvisorio immediato
La paziente sceglie l’opzione 2.
Intervento: quattro ore, in sedazione cosciente.
La paziente viene dimessa il giorno stesso con le prescrizioni del caso e 1 raccomandazione importante:
non masticare assolutamente sul dente provvisorio (impianto) per 6 settimane!
Dopo 6 settimane la paziente si presenta al controllo clinico prescritto: il provvisorio viene smontato e l’impianto si muove.
Fallimento dell’impianto. Si procede alla “gestione” dell’insuccesso.
Viene “svitato” l’impianto e si attende guarigione dei tessuti molli e tessuti duri.
Dopo 2 mesi viene reinserito l’impianto e per prudenza viene montato solo l’abutment di guarigione. Questo perchè al di là della negligenza potenziale della paziente, la stessa è portatrice di una malocclusione di 2° classe con overjet di 1 cm.! Quindi toccano solo molari e premolari.
Dopo 3 mesi si è proceduto con il definitivo.
A 2 anni dal secondo intervento, il livello dell’osso rigenerato è stabile, l’impianto è perfettamente integrato e il risultato estetico-funzionale eccellente.
La morale di questa breve storia
Noi siamo dei piccoli esseri umani inseriti in un contesto molto più grande di noi e di cui sappiamo gran poco. La biologia non fa eccezione.
Non possiamo avere la presunzione di sapere e capire tutto.
Non sempre gli interventi riescono. Anche in mani esperte.
Quindi adoperiamo il buon senso e impariamo a gestire i fallimenti e la relazione
medico-paziente con umiltà.
dr. Massimo Mazza
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