I denti del giudizio sono una sciagura che tocca a quasi tutti. Meno del 2% degli esseri umani adulti ha la fortuna di avere abbastanza spazio in bocca da poterli tenere.
Nella maggior parte dei casi le ossa mascellari sono troppo piccole e i denti non ci stanno. O quanto meno, non in una posizione corretta.
Quando ce ne occupiamo
Prima possibile.
Non aspettiamo che i germi dei denti del giudizio siano giunti a maturazione. Quando non hanno radici, i denti del giudizio sono più facili da togliere.
Nelle femmine intorno ai 14 anni e nei maschi intorno ai 16. Maturiamo in tempi differenti. Le femmine sono più precoci.
A quest’età infatti i denti del giudizio:
- non hanno le radici che abbracciano il nervo alveolare inferiore. Non si rischia di subire durante l’estrazione una lesione nervosa permanente: anestesia del labbro inferiore;
- non hanno le radici che pescano nel seno mascellare. Non si rischia la sinusite a toglierli;
- non hanno ancora danneggiato i denti vicini: un dente del giudizio storto può danneggiare la radice del suo vicino. Si perdono due denti invece che uno;
- non rubano spazio agli altri denti, quando questi ultimi magari stanno già un pò “strettini”. Durante la formazione delle radici è massima la spinta eruttiva. Il dente del giudizio tende a spuntare e quindi si cerca il suo spazio. Meglio intervenire prima;
- interferiscono con tutti i trattamenti ortodontici quando il problema è la mancanza di spazio;
Un’eccezione alla regola: quando il germe del dente del giudizio interferisce con l’eruzione del secondo molare. In questo caso è bene intervenire prima dei 14 anni. Il rischio è che si comprometta definitivamente l’eruzione del molare permanente.
Un mito da sfatare: “se non ti fa male …lascialo li!”. Questa è la frase più insensata riferita al paziente dal dentista con poche competenze chirurgiche. L’immagine della lastra di questo ragazzo parla da sola. I molari inclusi (in questo caso anche i secondi molari sono rimasti intrappolati) hanno provocato la comparsa di due enormi cisti follicolari.
dr. Massimo Mazza
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