Quando meno te lo aspetti, mentre ti accingi a dare sfogo a uno degli istinti primordiali più incontrollabili, la fame, …una fitta dolorosissima, ti rovina la festa.
Ti fa male un dente. Uno di quelli dietro. L’ultimo, il penultimo…tutti. Non capisci più niente.
“Lei ha un dente cariato!” ti dice il dentista.
Intanto detta alla sua assistente, un indecifrabile acronimo, tipo otturazione “OMD” oppure “carie occluso-mesio-distale”.
“Ma… è una roba grave ?’” chiede l’incauto avventore dell’ambulatorio dentistico. “Bisogna togliere il dente?” continua, e intanto l’odore inconfondibile di chiodi di garofano (l’ onnipresente eugenolo del gabinetto dentistico) comincia a risvegliarti paure ancestrali…
E poi, se tanto mi da tanto, se per un pezzetto di pane ho sentito un male porco, chissà quando mi ci mette lui le mani, il dentista, con quell’affare che sibila…
“Ma no” risponde lui, il dentista, con aria di sufficienza.
“Non si preoccupi, è una cosa da niente! Forse non c’è nemmeno bisogno dell’anestesia. E’ una carie piccolina…”
Gli guardi le mani, sono enormi, forse la misura 8 e 1/2 non gli basta. Un Orangotango le ha più piccole.
Ma se è piccola la carie e il dente è in fondo ? Come farà a vederla ? La immagina solo, andrà a tentativi, mi scardinerà la bocca…magari è il dente sbagliato.
Ma poi in fondo, cerchi di non essere il solito disfattista, come dice tua moglie, che vede sempre tutto nero!
“Ci andava già mio padre da lui” gli ha detto la moglie
“E ci vanno tutte le mie amiche”
“E poi è cosi simpatico, e ci fa sempre lo sconto…”
“E domani dobbiamo partire, non vorrai mica farti venire apposta il mal di denti mentre siamo tutti in montagna…che viene mia sorella, con tutti i bambini e mia madre!!”
Di fronte a simili argomenti, abbandoni ogni resistenza. Sei accerchiato. E apri la bocca. Un animale al macello.
Lui, il dentista, si avvicina.
Ha l’alito pesante nonostante la mascherina.
Mentre ti infila lo specchietto in bocca, ti prende dentro l’incisivo, quello con la faccetta in porcellana, che ti è costata uno stipendio.
Comincia a zazzicare quà e là, tira, punzecchia, picchietta…finchè alla fine lo trova il buco.
Improvvisamente, con l’agilità di un felino, imbraccia l’arnese, la turbina a 300.000 giri, e inizia a trapanare il dente. Ti vibra il cervello. Tutti i muscoli si contraggono. Sono in spasmo.
Vedi solo gli occhi verdi di quella gno… della sua assistente. Da dietro la mascherina ti guarda con compassione. Parlano da soli “su, coraggio..vedrai che non è niente”, fallo per me. Per questo che la ha assunta…
Un sibilo, uno tsunami di acqua in gola…e all’improvviso un dolore lacerante, al cervello, un urlo disumano. E’ la scena del film “il maratoneta”.
“Ma è proprio profonda questa carie! Faceva molto male ? Si rilassi, le fa male agitarsi così! Adesso facciamo l’anestesia….”
Questa ovviamente è la sceneggiatura di un film dell’orrore. Dovrebbe riferirisi ad un’altra era. Invece purtroppo è ancora reale.
Nella prossima puntata vedremo come è finito il nostro eroe.
Nel frattempo ripassiamo insieme le otturazioni e gli intarsi.
E se vorrete…faremo alcune considerazioni sullo stato attuale di un odontoiatria sostenibile e di buon senso!
dr. massimo mazza
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Veramente bello e divertente! Ci volevano questi minuti di sano svago e di riflessione. Condiviso al volo e attendo il seguito!