Autori:
Dr. Massimo Mazza Medico Chirurgo, spec. in Chirurgia Maxillo-Facciale, spec. in Odontostomatologia
Dr. Piero Lazzari Medico Odontoiatra, spec. in Chirurgia Orale
Dott.ssa Anna Camporini Laurea in Farmacia
La vitamina C o acido ascorbico è una vitamina la cui scoperta risale al 1933, anno in cui Szent-Gyorgyi la isolò per primo aggiudicandosi il Premio Nobel per la Medicina.
La storia di questa vitamina ricorda quella di tante altre scoperte nel campo medico. Un medico chirurgo della marina inglese nel 1747 aveva osservato che il succo di limone preveniva e curava una serie di patologie che da sempre affliggevano i marinai. Il personale di bordo che trascorreva molti mesi in navigazione assumeva una dieta totalmente priva di frutta e verdura e sistematicamente cominciava dopo 2-3 mesi a soffrire di un insieme di disturbi, tra cui sanguinamento delle gengive, stanchezza, dolori alle articolazioni, ai muscoli, depressione, perdita di capelli e unghie. Quest’insieme di sintomi curabili con il succo di limone e l’assunzione di agrumi in generale, venne ragguppato in un’unica sindrome: lo scorbuto.
Ci vollero però ben 40 anni prima che le osservazioni del chirurgo di bordo James Lind portassero al riconoscimento ufficiale delle sue osservazioni e che il succo di limone venisse fornito agli equipaggi delle navi della flotta inglese!
Nel 1921 il composto in grado di contrastare lo scorbuto, seppur non ancora identificato chimicamente, viene denominato Vitamina C. Solo più tardi, nel 1933, gli studi di Szent-Gyorgyi permettono l’isolamento e la cristallizzazione chimica della molecola.
Caratteristiche chimiche
Si tratta di un composto molto idrosolubile, spiccatamente acido, che si presenta sotto forma di cristalli inodori e insapori con pH di circa 2,5.
La vitamina C assunta con la dieta viene assorbita a partire dalla bocca, nello stomaco e soprattutto a livello dell’intestino. Questo sistema è molto efficiente soprattutto per basse dosi della vitamina. Via via che la concentrazione di acido ascorbico cresce, il sistema di assorbimento si riduce di efficienza fino a valori del 16%.
La vitamina C viene immagazzinata nei tessuti dell’organismo, in particolare, nel surrene e nel fegato e la quota in eccesso è eliminata con le urine.
La vitamina C viene usata anche come additivo alimentare (conservante) grazie alla sua potente azione anti-ossidante. Sulle confezioni di molti prodotti conservati troverete spesso le sigle corrispondenti (E300, E301, E302 etc.).
La quasi totalità di questi additivi a base di vitamina C viene inattivata dalla cottura o dall’esposizione ai raggi luminosi degli alimenti.
Effetti sull’organismo
Si tratta di un antiossidante molto potente e agisce proteggendo l’organismo dai danni che l’ossidazione può causare.
Le funzioni biologiche più importanti della vitamina C sono:
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interviene nella maturazione del collagene, la principale proteina del tessuto connettivo che entra nella composizione di tessuti quali la pelle, i tendini, la cartilagine, le ossa, la cornea, i denti (legamento parodontale);
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trasformazione della dopamina in noradrenalina, un mediatore chimico, la cui carenza può indurre il paziente in uno stato depressivo;
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sintesi della carnitina, una sostanza che favorisce la combustione dei grassi, pertanto, una carenza di questa sostanza, comporta una minor produzione di energia e un maggior aumento del tessuto adiposo;
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catabolismo della tirosina, un amminoacido molto importante in quanto precursore di vari ormoni quali le catecolamine, la tiroxina e la melanina. La tiroxina è un ormone tiroideo che, tra le varie funzioni, contribuisce alla sintesi proteica inducendo un effetto trofico sul muscolo. La melanina agisce neutralizzando la produzione di radicali liberi in risposta ai raggi UV, prevenendo, così, l’invecchiamento cutaneo e l’insorgenza di alcune patologie degenerative.
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sintesi di alcuni peptidi con azione ormonale come l’ossitocina, il cui rilascio permette di innalzare la produzione di estrogeni ritardando l’insorgenza della menopausa e della sintomatologia correlata (ansia, irritabilità, disturbi del sonno, depressione, ecc…);
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sintesi degli acidi biliari, utili per favorire la digestione e l’assorbimento dei grassi e di alcune vitamine fondamentali come la vitamina A, D, E e K
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aumento dell’assorbimento di ferro. Una carenza di questa sostanza può portare all’insorgenza di sintomi quali debolezza, pallore, nausea, affaticabilità, mal di testa, depressione e irritabilità: anemie sideropeniche.
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azione di rigenerazione della vitamina E. La vitamina E è un potente antiossidante che contrasta l’azione dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare.
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anticoagulante naturale: previene la formazione di placche aterosclerotiche, trombi ed emboli, fattori di rischio per l’insorgenza di patologie quali ictus e infarto.
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inibisce la formazione nell’organismo di nitrosamine, sostanze tossiche e cancerogene (cancro allo stomaco e all’esofago) che derivano dai nitrati, sostanze preservanti e aromatizzanti presenti in alcuni cibi quali la birra, le salsicce, le carni insaccate, la carne in scatola, il pesce affumicato.
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conferisce una maggiore resistenza nei confronti della malattie infettive virali stimolando il sistema immunitario.
- in quanto potente antiossidante antagonizza gli effetti dannosi del fumo di sigaretta.
Sintomi da carenza di Vitamina C
Una carenza grave di acido ascorbico nell’uomo determina lo scorbuto, sindrome caratterizzata da emorragie multiple che incorrono a causa della fragilità capillare che il deficit vitaminico comporta. Nell’adulto lo scorbuto conclamato è di norma preceduto da stanchezza, debolezza, dolori muscolari, dolori alle articolazioni e perdita di peso.
Altri sintomi che si possono riscontrare sono emorragie gengivali, gengiviti, perdita di denti e, in casi gravi, emorragie gastriche, nasali, congiuntivali, genito-urinarie. Possono sopraggiungere sintomi quali respiro corto, cattiva digestione, capelli fragili, secchi che tendono a spezzarsi, indebolimento dello smalto, tendenza alla formazione di ematomi e lenta guarigione da fratture e ferite.
Non mancano correlazioni fra un deficit vitaminico e una sintomatologia neuropsichiatrica che include depressione, isteria e ipocondria.
Il fumo e l’alcool tendono a ridurre i livelli di Vitamina C nel sangue. La vitamina C è una sostanza termolabile e fotolabile, facilmente disattivata dalla cottura dei cibi e dall’esposizione luminosa. Molti autori sostengono come la società viva oggi in una condizione di “scorbuto perenne” dal momento che la maggior parte dei cibi viene cotta e il consumo e la qualità di verdure crude si è ridotto notevolmente.
La medicina ufficiale ha stabilito che, a fronte del fabbisogno giornaliero raccomandato (30 – 100 mg/die), è sufficiente assumerne 10 mg al giorno per prevenire per mesi o anni le manifestazioni cliniche dello scorbuto. Si tratta di un quantitativo irrisorio, contenuto, ad esempio, in tre grammi di peperoni freschi rossi, oppure in 10 grammi di kiwi o in 20 grammi di arancia.
In merito ai dosaggi di assunzione esiste un ampio dibattito fra chi segue le direttive del Sistema Sanitario Nazionale e propone una somministrazione di 30 – 100 mg/die e chi ritiene invece necessario l’uso di dosi maggiori (1000 – 3000 mg/die) o di megadosi (10 – 20 gr/die) per poter sfruttare al massimo le proprietà curative e preventive della vitamina C.
Uno dei più ferventi e autorevoli sostenitori in questa direzione è stato Linus Pauling, premio Nobel per la chimica prima (1954) e per la pace poi (1962), annoverato dalla rivista New Scientist nella lista dei 20 scienziati più importanti di tutti i tempi, pioniere della genetica molecolare con la scoperta sull’anemia falciforme.
In particolare, Pauling sosteneva l’ipotesi di usare megadosi di vitamine nella terapia del cancro e delle malattie cardiocircolatorie, così come nella prevenzione e cura del raffreddore comune. Tali studi sono stati contestati dalla comunità medica internazionale, che considera prive di fondamento queste teorie sulla vitamina C.
Effetti collaterali
La vitamina C presenta bassissima tossicità, soprattutto se i livelli di assunzione si mantengono abbondantemente sotto il dosaggio letale che, sebbene negli uomini sia sconosciuto, nei ratti si è visto essere di 11,9 gr per kg di peso corporeo, in una sola somministrazione, assunta per via orale. Stando a questi valori un uomo di 70 kg dovrebbe ingerirne circa 850 gr in un unica soluzione per poter morire di sovradosaggio.
Tra gli effetti collaterali associati all’uso di megadosi di vitamina C si riscontrano:
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la diarrea, in alcuni casi importante
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in pochi pazienti, la formazione di calcoli renali. La vitamina C può aumentare l’assorbimento intestinale di ossalato e può essere convertita nello stesso ossalato. Il consumo di elevate quantità (oltre i 2 g/die) di vitamina C potrebbe favorire la formazione di calcoli renali di ossalato di calcio nei pazienti con anamnesi positiva per nefro e urolitiasi (formazione di calcoli sia a livello del rene che delle vie urinarie)
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l’emocromatosi è una patologia (genetica) nella quale è presente un aumentato e patologico assorbimento di ferro dall’intestino che si accumula in alcuni organi come fegato, pancreas, cute e cuore. La vitamina C che comporta un aumento dell’assorbimento di ferro intestinale peggiora la malattia
- nausea, bruciori di stomaco: trattandosi di un acido (acido L-ascorbico) è bene assumere la vitamina C a stomaco pieno, possibilmente frazionandone l’assunzione nell’arco della giornata, evitando una fastidiosa pirosi gastrica (bruciore di stomaco)
Conclusioni
Alla luce di quanto riportato sopra non si può escludere l’ipotesi di un efficacia benefica che l’assunzione di vitamina C comporta. Restano dubbi sul dosaggio ideale da assumere al fine di ottimizzare le proprietà curative e preventive di tale sostanza. A fronte di una medicina tradizionale che suggerisce dosi di 30-100 mg/die se ne contrappone una alternativa che propone dosi elevate (1000 – 3000 mg/die) o, addirittura, megadosi (10 – 20 gr/die).
Visti i rari e poco pericolosi effetti collaterali (e il basso costo) che un megadosaggio comporta, rispetto ai benefici che potenzialmente ne possono derivare, è probabilmente possibile aumentare i dosaggi convenzionali consigliati di 30 – 100 mg/die senza oltrepassare i limiti dettati dal buon senso medico di 2 – 5 gr/die. E’ bene suddividere la somministrazione in più volte durante la giornata e a stomaco pieno. Questo impedisce la comparsa di diarrea e/o bruciore di stomaco.
A tal proposito è consigliabile fare riferimento ad un laureato in medicina e chirurgia che approfondisca le problematiche individuali attraverso un’anamnesi attenta (storia clinica del paziente) e una valutazione di esami emato-chimici mirati, al fine di monitorare il trattamento con supplementi di vitamina C nel medio-lungo termine.
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