Il dottor Damon, un ortodontista americano ha messo a punto negli anni ’80 una sistematica ortodontica innovativa che si è affermata in tutto il mondo. La metodica Damon è classificabile fra le metodiche straightwire (filo dritto), dove l’ortodontista non deve piegare i fili. Queste tecniche si caratterizzano per l’utilizzo di brackets pre-informati (le “stelline” metalliche incollate sui denti). Vengono definiti pre-informati perché la loro scanalatura centrale (detta slot) è pre-inclinata nei tre piani dello spazio, in modo tale che un filo rettangolare dritto si adatti passivamente se tutti i denti e i loro brackets sono perfettamente allineati.
Se i denti non sono allineati, il filo inserito negli slots eserciterà una forza (appunto ortodontica) tendente a riportare lo slot del bracket nella sua posizione ideale e con lui il dente. Si verifica così l’allineamento di tutti i denti collegati al filo.
Queste apparecchiature straight-wire hanno conseguito un grande successo perché di semplice costruzione, non richiedono una particolare manualità da parte dell’ortodontista, son ben sopportate dai pazienti e danno risultati predicibili.
Il principio di funzionamento è quello della bassa frizione.
I fili non vengono bloccati da legature negli slot in modo che i denti possano scorrere facilmente lungo il filo stesso (e viceversa). I fili (archi) sono poco resilienti (molto elastici). Ciò consente di espandere progressivamente le arcate dentarie (es. allargare il palato ), risolvendo casi di affollamento grave, trovando lo spazio necessario per allineare i denti senza fare estrazioni.
La bassa intensità delle forze ortodontiche impiegate e la loro continuità, consente, a livello dell’osso alveolare che circonda i denti e in cui i denti si muovono, una sorta di adattamento micro-vascolare. Il dott. Damon ha studiato questo fenomeno e dimostrato con l’aiuto di TAC che i denti si espandono accompagnati dall’osso alveolare.
Le forme di arcata risultanti dalle terapie funzionali (ortopediche) hanno ispirato il disegno della forma degli archi ortodontici della sistematica Damon. Con questi archi si ottiene il cosiddetto ”sviluppo dell’arcata”, cioè un incremento dei diametri traversi (larghezza dei mascellari) a livello dei premolari e molari.
Alcuni concetti salienti della tecnica:
- l’uso precoce degli elastici intermascellari con forze di intensità adeguate alla resilienza dei fili utilizzati;
- l’uso dei rialzi di masticazione per svincolare i denti dalle forze occlusali che possono interferire con gli spostamenti dentali;
- il filo ortodontico non esprime completamente le correzioni programmate negli attacchi preformati perché volutamente sottodimensionato rispetto a questi.
Una corrispondenza completa fra filo e brackets esprimerebbe una frizione talmente elevata fra questi elementi da bloccare il movimento dentale. Per questo
la tecnica Damon prevede l’uso di brackets con correzioni del torque maggiori o minori del normale per compensare le iniziali differenze di
posizione dei denti. In questo modo si agisce selettivamente sui denti più malposti, velocizzandone la correzione ortodontica;
- l’espansione delle arcate ottenuta ortodonticamente condiziona una migliore postura della lingua dei pazienti, con un miglioramento della
respirazione, fortemente agevolata dall‘aumento dei diametri traversi delle prime vie aeree.
Resta il fatto che i casi francamente estrattivi (le severe bi-protrusioni dento-alveolari per esempio) rimangono tali nonostante la metodica descritta. La semplicità della metodica e i presupposti biologici su cui essa si fonda, consentono di velocizzare il trattamento ortodontico e di ridurne grandemente i tempi alla poltrona.
Nel nostro studio utilizziamo di routine questa tecnica.
dr. Massimo Mazza
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