Lavarsi bene i denti è la forma di prevenzione più semplice di carie e malattia parodontale. E anche la più economica.
1) Lavarsi i denti è facile?
No.
E’ un’attività complessa. Lo spazio è poco e non si vede niente. Il tutto avviene mentre ci guardiamo allo specchio. Confondendo spesso la destra con la sinistra. Se poi abbiamo passato i 40 anni cominciamo a non vederci nemmeno più tanto bene da vicino.
Il nostro dentista ci liquida con la solita raccomandazione: ” si spazzoli di più!”
Noi spazzoliamo di piu. La situazione non cambia. Lui ci offre la Sua soluzione: un vantaggiosissimo abbonamento di 10 sedute di pulizia dei denti al prezzo di 9 … se vogliamo scampare guai peggiori!
2) Quante volte al giorno?
1+1 è il numero di volte ottimale. Una seduta accurata di lavaggio alla sera prima di andare a letto (e poi non si mangia più) e una seduta di supporto durante il giorno, che può essere anche solo ‘na spazzolata veloce.
“…dottore, ma io mi lavo i denti 5 volte al giorno!”. Non serve. Fatica sprecata.
Un’attività frenetica di continuo lavaggio di denti è molto dannosa.
Ci “consumiamo” le gengive. Che si ritirano.
I denti diventano più grigi. Attenzione quando il dentista vi lucida troppo i denti. Non conosce la fisica ottica. Una superficie troppo lucida compromette la rifrazione dei raggi luminosi. Invece di “illuminarsi”, il vostro dente si “spegne”. E con ciò il sorriso.
3) Quando è il momento migliore?
La sera. Prenditi il tempo giusto. Questi 5-20 minuti dipendono dalla vostra abilità. Gli orientali suggeriscono di concentrarsi sul respiro per guadagnare la pace interiore, noi invece,…ci concentriamo sullo spazzolino.
Al mattino appena alzati per evitare problemi di alitosi? E’ inutile. Non risolve il problema.
4) Come si fa?
lo spazzolino deve essere tenuto con le dita, non con il palmo della mano. Deve diventare un prolungamento della punta delle vostre dita, dotato di altrettanta sensibilità. Con la mano che “tenta di entrare in bocca” non potete vedere cosa state facendo; consulta il prossimo articolo: “la tecnica di spazzolamento dei denti in 5 punti”.
5) Per quanto tempo?
Più siete bravi e meno dovrete lavorare. Dai 20 minuti di un principiante, si scende ai 2-3 minuti di un professionista dello spazzolino.
6) Con che intensità?
Dipende dallo stato delle gengive.
“…se spazzolo anche piano, mi sanguinano le gengive!”. Una gengiva malata è infiammata. Una gengiva infiammata è gonfia, delicata e appena la tocchi sanguina. E’ malata perchè c’è lo sporco. Se c’è lo sporco, dobbiamo pulire. Una gengiva sana non sanguina. Anche se spazzoli “forte”.
7) Spazzolino manuale o elettrico?
Se non riuscite a mano, c’è lo spazzolino elettrico. Si usa con la stessa tecnica dello spazzolino manuale. “In punta di dita” e con la giusta forza. Lo spazzolino, fa tutto da solo. Vibra e rulla con diligenza. Noi dobbiamo solo appoggiarlo ai denti, con la giusta forza (usate il buonsenso!) negli spazi interprossimali, sulla gengiva. Ovviamente cercando di seguire un percorso ordinato. E dandogli il tempo di compiere l’opera al posto nostro.
8) Gli spazi interdentali come si puliscono?
Sono microscopici anfratti, che si riempiono sempre di residui di cibo di ogni genere. Sono il punto di partenza delle nostre sciagure dentali.
Li puliamo con 2 strumenti :
- il filo interdentale, per gli spazi piccolissimi
- lo scovolino per gli spazi piccoli-medi-grandi.
9) Lo scovolino…?
Deve essere della misura giusta. Se è troppo piccolo, non serve. Se è troppo grande, non ci passa. Si accartoccia su se stesso.Vi fate male alla gengiva.
La punta deve essere piegata a seconda della zona d’uso: negli spazi interdentali dei denti anteriori viene adoperato dritto. Nelle zone interne, linguali o palatali, dovete piegare la punta. Se no, non trovate il passaggio! Non è una manovra facile. Ci vuole pazienza, delicatezza, e la determinazione di evitare il dentista. Non cercare di guardarti allo specchio. Peggiori solo la situazione. Devi cercare il buco, lo spazio, sentendolo. Non lo puoi vedere. E’ una questione di sensibilità manuale.
10) Il filo serve ?
Se lo scovolino non ci passa. Serve ad evitare che si formi la striscia nerastra, il residuo di placca interdentale. Che con il tempo diventa una carie. Di quelle tra un dente e l’altro. Dove quando ci mette mano il dentista, ti distrugge mezzo incisivo. I denti storti poi, sono una vera calamità. Il filo non ci passa. Alla fine lo rompete oppure superate il punto di contatto con tale slancio che decapitate la povera papilla gengivale. Lasciate stare e rivolgetevi ad un ortodontista.
11) Che colluttorio devo usare?
I colluttori non curano il sanguinamento delle gengive, sono solo dei palliativi temporanei. Macchiano i denti (Listerine). Una tassa da versare alle Case Farmaceutiche. Finche c’è la placca, lo sporco, soprattutto negli spazi interdentali, nelle “sacche” gengivali, le gengive continueranno a sanguinare e fare male. I colluttori si usano solo quando non si possono spazzolare i denti: dopo un trauma o dopo un intervento chirurgico in bocca.
Se riuscirete a dominare “l’arte dello spazzolamento dei denti”, il vostro dentista, andrà incontro ad una patologia psichiatrica definita come la “sindrome da poltrona vuota”. Voi non lo sapete, ma la principale fonte di guadagno di uno studio dentistico è rappresentata proprio dai richiami programmati per l’igiene orale. Una rendita fissa per il dentista. Che può così fare un pò di programmazione finanziaria. Per le sue vacanze.
Inoltre si abbassa drasticamente la probabilità che i vostri denti si “ammalino” e necessitino di una serie di costosissime cure dentali. Per lui è la fine.
dr. Massimo Mazza
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