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La rigenerazione ossea

La chirurgia rigenerativa ossea nasce dall'esigenza di un'implantologia "protesicamente guidata": gli impianti (le radici dei futuri denti) devono essere inseriti nella giusta quantità di osso e in posizione utile ai futuri denti. Non è più concepibile inserire l'impianto esclusivamente tenendo conto del tessuto osseo disponibile basandosi su di un approssimativo esame clinico . il gold standard è ancora rappresentato dal trapianto di osso autologo, che viene riconosciuto immediatamente dall'organismo come proprio e che mantiene il più alto potere osteo-induttivo e rigenerativo.

Praticato da moltissimi anni (P.Boyne 1987), il rialzo di seno mascellare è l'unico innesto osseo tridimensionale che non soffre di "contrazione dimensionale", vale a dire che non subisce un riassorbimento da parte dell'organismo. Questo per la peculiarità del'enviroment della cavità del seno mascellare: una cavità a 3 pareti con possibilità di rigenerazione attiva a partenza dal periostio (sottile membrana che ricopre l'osso che provvede al suo nutrimento vascolare e alla sua rigenerazione-riparazione). L'osso innestato non è esposto a traumi meccanici essendo contenuto in una cavità chiusa e non subisce i rimaneggiamenti ossei che normalmente ne producono un riassorbimento parziale. Il piccolo o grande rialzo del seno (sinus lift): ciò che viene "rialzato" non è "il seno mascellare" – cavità vuota del mascellare superiore comunicante con la cavità nasale e le vie aeree superiori, il cui fine è di riscaldare e filtrare l'aria inspirata e che quando si infiamma o si infetta dà luogo alla sinusite – bensì la mucosa che ne fodera l'interno, la membrana di Schneider. Il "rialzo" può esser ottenuto sia con blocchi di osso che con osso particolato, a patto si verifichi la condizione base per il successo dell'intervento: l'innesto osseo deve rimanere fermo. Se frammenti di osso se ne vanno "a spasso" per la cavità sinusale è molto probabile la comparsa di una sinusite. Si possono utilizzare anche bio-materiali o osso di banca da cadavere ma con risultati meno prevedibili.

La ricostruzione ad onlay di un sito implantare può essere ottenuta con diverse tecniche chirurgiche (biomateriali, derivati ossei eterologhi, osso omologo, osso autologo). Qualsiasi metodica è operatore-dipendente : la stessa tecnica nelle mani di operatori differenti fornisce risultati contrastanti. La tecnica ad onlay (blocchi fissati con viti) di osso autologo (proprio) consente risultati molto prevedibili. Gli onlays (blocchi) di osso vengono ricavati da un prelievo osseo intra-orale (mandibola) o extra-orale (cresta iliaca, calvaria) eseguito nella stessa seduta operatoria.

Il prelievo di osso da cresta iliaca eseguito al microscopio è l'evoluzione di una tecnica chirurgica che esiste dal 1940. Con una piccola incisione (3-4 cm) è possibile accedere ad un osso molto grande del bacino (ala iliaca) dal quale ricavare grandi quantità di tessuto osseo sia corticale (blocchi) che particolato (midollare ricca di cellule staminali). Ciò consente maggiore sicurezza nella ricostruzione dei difetti ossei. Il paziente cammina subito al risveglio dall'anestesia e nell'arco di 2 settimane avviene il recupero della funzione deambulatoria.

Il prelievo dal ramo mandibolare consente di avere un unica zona d'intervento : la cavità orale. Eseguito al microscopio consente in pochi minuti di ottenere blocchi di piccole dimensioni (1-2 cm x 0,5-1 cm) utili per la ricostruzione di difetti parziali.

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Frattura della radice di un incisivo centrale: inizio Frattura della radice di un incisivo centrale: estrazione impianto, innesto nella stessa seduta Prelievo osseo dal ramo mandibolare Prelievo osseo dal ramo mandibolare Prelievo osseo dal ramo mandibolare Frattura della radice di un incisivo centrale: impianto e innesto osseo da ramo mandibolare Grande rialzo del seno mascellare Prelievo osseo da cresta iliaca Ricostruzione ossea 3D del mascellare superiore Il sorriso finale