“Non vi è nulla di più incomprensibile ad un essere umano di un intervento chirurgico di cui non si conosca l’anatomia descrittiva e topografica!”
Antica saggezza delle matricole anno 1979 della facoltà di Medicina e Chirurgia.
ANATOMIA DELLA REGIONE ANATOMICA OVE HA SEDE IL PRELIEVO DA CRESTA ILIACA ANTERIORE
OSSO ILIACO – CRESTA ILIACA
L’osso iliaco o anca o ilio (dal latino ilia, fianchi), ma anche ileo, è un osso pari e simmetrico, che costituisce lo scheletro del bacino. Le due ossa dell’anca sono articolate fra di loro anteriormente per mezzo di una sinfisi (articolazione fibrosa) e posteriormente alle ali del sacro tramite due diartrosi.
Il singolo osso o ilio, risulta piatto, voluminoso, di forma caratteristica paragonabile ad un otto, di cui si rilevano quindi una parte superiore ed una inferiore. L’osso dell’anca dell’adulto è costituito dalla fusione di tre componenti che nelle età più giovanili entrano in contatto tra di loro a livello della parte centrale. I tre componenti sono denominati ileo, pube e ischio e concorrono in misura diversa alla costituzione della parte centrale unendosi tra di loro a livello della cavità dell’acetabolo (articolazione coxo-femorale). La parte superiore laminare dell’osso dell’anca è quindi formata principalmente dall’ileo, il pube costituisce la parte infero-mediale e l’ischio il settore postero-inferiore, ove unendosi con il pube delimita il forame otturatorio (branca ischio-pubica).L’ileo è il costituente principale dell’osso dell’anca di cui forma l’intera parte superiore. Vi si distinguono una parte più ristretta sita a livello dell’acetabolo che viene denominata il corpo il quale si espande nell’ala iliaca. Il limite tra le due regioni anatomiche è dato da un rilievo osseo percepibile alla faccia interna, sotto forma di una sporgenza lineare denominata linea arcuata che percorre l’intera faccia mediale dell’ileo fino all’osso pubico.
Si distinguono nell’osso iliaco due facce, una mediale rivolta verso la cavità addominale e l’altra esterna che guarda lateralmente ed un poco posteriormente. Tra le due facce esiste un grosso margine curvilineo di passaggio diviso in tre settori anteriore, superiore e posteriore. La cresta iliaca rappresenta il margine superiore-posteriore dell’osso iliaco.Si presenta assai spessa e vi si possono distinguere un margine esterno ed uno interno separati da una zona intermedia fortemente rugosa. Lo spessore totale è variabile: anteriormente inizialmente spessa quindi si assottiglia ed infine a livello del terzo medio si ispessisce costituendo la tuberosità glutea.
Il limite anteriore della cresta iliaca è rappresentato dalla spina iliaca anteriore-superiore. Posteriormente si trova un altra sporgenza: la spina iliaca posteriore superiore.
La faccia interna dell’osso iliaco è concava ed assai estesa. Il settore sito davanti e superiormente alla linea arcuata è denominato fossa iliaca per l’inserzione del muscolo omonimo. In detta faccia si trova in alto posteriormente il forame nutritizio dell’osso iliaco.
La faccia esterna dell’ileo guarda in fuori ed un poco indietro ed è quindi convessa ad eccezione del suo settore posteriore. Il settore superiore (craniale) è delimitato dalla cresta iliaca, è liscio e caratterizzato dalla presenza di tre linee curve che partendo dal margine della cresta si portano oblique indietro e in basso: le linee glutee. In base a queste linee si riconoscono tre zone : una anteriore più estesa, per l’attacco del muscolo piccolo gluteo, una media falciforme per il muscolo medio gluteo ed una posteriore ove si inserisce il muscolo grande gluteo e diversi legamenti.
I MUSCOLI
La muscolatura del distretto iliaco comprende da una parte i muscoli facenti parte della parete addominale e dall’altra la muscolatura spino-appendicolare e muscolatura della coscia che trova sulla cresta iliaca l’inserzione prossimale.
La conoscenza dell’anatomia normale e dell’azione muscolare dei muscoli coinvolti nel trauma chirurgico consente di evitare un trauma operatorio eccessivo ed un rapido recupero post-operatorio della deambulazione (camminare).
MUSCOLI ADDOMINALI
Muscolo quadrato dei lombi
Il muscolo quadrato dei lombi origina in varie zone: dal legamneto ileo lombare della cresta iliaca e da parte della stessa cresta iliaca, dal margine inferiore della 12° costa e dall’apice del processo costiforme della prime 4 vertebre lombari e talvolta anche da T12. Su di esso si poggia il legamento arcuato laterale del diaframma.
È innervato dal ramo ventrale del 12° nervo spinale toracico.
Le sue azioni sono: fissare la 12° costa, aiutare l’inspirazione; se la pelvi è rilassata può piegare il tronco sul suo lato, se agisce insieme al suo contro-laterale può estendere il tronco.
Muscolo retto
Il muscolo retto dell’addome contribuisce a formare la parte mediana anteriore della parete addominale. In alto si inserisce sul margine inferiore della V, VI e VII costa e sul processo xifoideo. Di qui si porta verso il basso terminando sulla parte superiore del pube, tra il tubercolo del pube e la sinfisi pubica. È fasciato anteriormente e posteriormente da una guaina formata dalla fusione delle aponeurosi dei tre muscoli larghi dell’addome, che incrociandosi con quella dell’altro lato forma la linea alba. Il muscolo retto dell’addome è innervato dal nervo ileo inguinale e dagli ultimi nervi intercostali. Si tratta di un muscolo poligastrico, in quanto presenta lungo il suo decorso 3 o 4 formazioni tendinee trasversali, che tuttavia non giungono mai in profondità. Di solito un’iscrizione si trova a livello dell’ombelico, due sopra di esso, ed una, incostante, al di sotto. La sua contrazione aumenta la pressione endo-addominale, esercitando una funzione di torchio. È in grado di flettere il torace sulla pelvi o viceversa.
MUSCOLI LARGHI LATERALI DELL’ADDOME
La muscolatura laterale dell’addome comprende tre muscoli larghi stratificati l’uno sull’altro con direzione diversa delle fibre.
Muscolo obliquo esterno
Il muscolo obliquo esterno è uno dei muscoli larghi che contribuiscono a formare la parete addominale. È quello posto più in superficie ed il più grande dell’addome Origina dalle ultime otto coste dalle loro facce esterne ed dai margini inferiori. Di qui, allargandosi a ventaglio si porta medialmente ed in basso.
La sua aponeurosi contribuisce, incontrando quella del muscolo omologo dell’altro lato a formare la linea alba. In alto si inserisce sul processo xifoideo dello sterno, in basso sulla cresta iliaca, sull’osso iliaco sul tubercolo pubico.
Posteriormente con il suo margine laterale contribuisce a delimitare il triangolo del Petit, sede di ernie addominali.
È innervato dai nervi intercostali, da T5 a T12 ed in basso riceve fibre dal nervo ileo-inguinale e dal nervo ileo ipogastrico.
La sua contrazione ha effetto sulla parete addominale e sulla gabbia toracica, contribuendo alla dinamica respiratoria.
Muscolo obliquo interno
Il muscolo obliquo interno dell’addome è uno dei muscoli larghi che contribuiscono a formare la parete addominale. È posto in profondità subito sotto al muscolo obliquo esterno. Partendo dal ligamento inguinale, dalla spina iliaca anteriore, dalla cresta iliaca e dalla fascia lombosacrale si porta verso l’alto allargandosi a ventaglio e termina in parte inserendosi sulle ultime quattro cartilagini costali. Medialmente si esaurisce in due foglietti aponevrotici che, dopo aver circondato il muscolo retto del proprio lato si incrociano con l’analoga aponevrosi del muscolo obliquo interno contro laterale contribuendo a formare la linea alba. In basso, unendosi alla aponevrosi del muscolo trasverso dell’addome, finisce con il tendine congiunto che si inserisce sul tubercolo pubico.
È innervato dai nervi intercostali, da T10 a T12 ed in basso riceve fibre dal nervo ileo inguinale e dal nervo ileo ipogastrico.
La sua contrazione ha effetto sulla parete addominale e sulla gabbia toracica, contribuendo alla dinamica respiratoria. Una sua estensione a livello del legamento inguinale contribuisce a formare, nel maschio, il muscolo cremastere, funzionale nell’elevamento dei testicoli.
Muscolo trasverso:
Origina con 6 digitazione dalla faccia interna delle ultime sei cartilagini costali. Inoltre origina posteriormente dal foglietto profondo della fascia toraco-lombare o lombo-dorsale, dal labbro interno della cresta iliaca, dalla spina iliaca anterosuperiore e dalla metà laterale del legamento inguinale (anteriormente). Le sue fibre, che presentano un decorso trasversale, sono poste profondamente al muscolo obliquo interno. Si inserisce con la sua aponeurosi nella parte alta della linea alba; sulla faccia interna della cartilagine costale delle ultime 6 coste (7a-12a). La parte inferiore dell’aponeurosi forma, insieme a quella del muscolo obliquo interno, il tendine congiunto, che si inserisce al margine superiore del pube, al tubercolo pubico e al margine mediale della cresta pettinea. Contraendosi porta medialmente le coste (muscolo espiratorio). Ha un ruolo nel mantenimento della postura. La sua contrazione determina, inoltre, un aumento della pressione addominale, necessaria per sopportare le forze agenti sulla colonna vertebrale durante determinati esercizi.
E’ molto importante per l’estetica della persona perché forma un vero e proprio corsetto muscolare in grado di contenere la pancia. Essendo un muscolo prettamente espiratorio, si allena espirando profondamente durante la contrazione dei muscoli addominali. E’ innervato dai nervi intercostali (T7-T12), nervi ileo-ipogastrico e ileo-inguinale del plesso lombare (L1).
MUSCOLI DELLA COSCIA
Muscolo sartorio
Il muscolo sartorio è un lungo muscolo nastriforme situato nella parte anteriore della coscia, ed è di fatto il muscolo più lungo del corpo umano. Il nome del muscolo sartorio (“muscolo del sarto”) deriva dalla posizione a gamba accavallata tipica dei sarti, infatti per raggiungere questa posizione si utilizza la contrazione proprio di questo muscolo.
Origina dalla spina iliaca anteriore superiore e si inserisce sulla superficie mediale dell’epifisi prossimale della tibia per mezzo di un tendine comune ai muscoli gracile e semi-tendinoso, il quale, per la sua forma, prende il nome di “zampa d’oca”. Il muscolo sartorio decorre quindi dall’alto in basso e dall’esterno all’interno. È innervato, come tutti i muscoli anteriori della coscia, dal nervo femorale. Agisce sia a livello del ginocchio, consentendo la rotazione interna della tibia e la flessione della gamba, sia a livello dell’anca permettendo la flessione della coscia sul bacino e la rotazione esterna. È importante per la deambulazione.
Muscolo tensore della fascia lata
Il muscolo tensore della fascia lata (Musculus tensor fasciae latae) è un muscolo appiattito e allungato, situato nella parte laterale dell’osso iliaco. Insieme al muscolo grande gluteo costituisce lo strato superficiale dei muscoli esterni dell’anca. Origina dalla spina iliaca antero-superiore e dall’estremità anteriore della cresta iliaca. I suoi fasci muscolari, che decorrono lateralmente rispetto allo scheletro della coscia, si inseriscono in un lungo tendine che si fonde con la fascia lata formando un ispessimento, detto tratto ileotibiale. Quest’ultimo prosegue in basso inserendosi al condilo laterale della tibia. Il tensore è un muscolo flessore, abduttore e rotatore interno dell’anca; tendendo la porzione laterale della fascia lata, flette la coscia sul bacino, la abduce e la ruota internamente. È anche uno stabilizzatore del ginocchio quando questo è esteso, a ginocchio piegato esso è in grado di fletterlo e ruotarlo esternamente. Quando prende punto fisso sulla fascia e sul condilo tibiale, inclina il bacino dal proprio lato.
Inoltre stabilizza il corpo quando, nella deambulazione e nelle corse, poggia su un solo arto, quindi è importante nella stazione eretta asimmetrica, poiché è un potente stabilizzatore del bacino insieme alla muscolatura glutea. Il muscolo tensore della fascia lata è innervato dal nervo gluteo superiore.
Muscolo quadricipite femorale
Il quadricipite è un muscolo del corpo umano situato (assieme al muscolo sartorio) nella parte anteriore della coscia. Viene definito la massa muscolare più voluminosa del corpo. È costituito da quattro capi: retto femorale, vasto mediale, vasto laterale e vasto intermedio, che hanno rispettivamente origine dalla spina iliaca anteriore inferiore, dalla prossimità del collo anatomico del femore (più precisamente dalla parte prossimale del labbro mediale della linea aspra), dalla parte laterale del grande trocantere e dalla parte prossimale della faccia antero-laterale del femore. Questi quattro capi (da cui il nome quadricipite) si fondono apparentemente in un unico tendine comune che però è formato dalla sovrapposizione di tre lamine, inserito sulla rotula (patella). Questo tendine, scendendo più in basso e inserendosi sulla tuberosità tibiale, va a formare il legamento patellare, che rinforza la capsula articolare del ginocchio. Questo grande muscolo è uno dei più importanti per il mantenimento della stazione eretta e per la deambulazione. Il retto femorale è un muscolo biarticolare poiché permette il movimento di due articolazioni, la coxofemorale e il ginocchio.
Muscolo grande gluteo
Il muscolo grande gluteo (Musculus gluteus maximus) è una voluminosa massa quadrilatera che unisce le pelvi al femore. Situato superficialmente nella regione glutea, è innervato dal nervo gluteo inferiore. Il muscolo grande gluteo presenta numerosi capi di origine. Tra questi ricordiamo: cresta iliaca, linea glutea posteriore (faccia dorsale dell’osso coxale), fascia toracolombare, fascia del muscolo medio gluteo (aponevrosi glutea), legamento sacrotuberoso, superfici laterali del sacro e del coccige. I fasci muscolari si dirigono lateralmente in basso, convergendo in un robusto tendine che si inserisce nella tuberosità glutea del femore. Alcuni fasci superficiali si inseriscono al tratto ileotibiale.
- estende e ruota esternamente la coscia;
- se prende punto fisso sul femore, estende il bacino;
- contribuisce al mantenimento della stazione eretta (mediante la sua inserzione sul tratto ileo-tibiale contribuisce a mantenere il tronco eretto fissando le pelvi con il femore e il femore con la tibia);
- contribuisce alla deambulazione;
- estende la gamba sulla coscia (debolmente).
Muscolo medio gluteo
Il muscolo medio gluteo (Gluteus medius) è posto profondamente al grande gluteo. Presenta una forma appiattita e triangolare ed è innervato dal nervo gluteo superiore. Origina dalla fascia glutea, dalla cresta iliaca, dal tratto dell’osso coxale compreso tra le linee glutee anteriore e posteriore e dalla spina iliaca antero-superiore. Si inserisce sulla faccia esterna del grande trocantere del femore.
Azioni:
- il muscolo medio gluteo abduce la coscia: con i fasci anteriori la ruota internamente, con i fasci posteriori esternamente;
- estende ed inclina lateralmente il bacino quando prende punto fisso sul femore;
- la contrazione bilaterale contribuisce al mantenimento dell’equilibrio nella stazione eretta.
Muscolo piccolo gluteo
Il muscolo piccolo gluteo è il più profondo dei tre muscoli della regione glutea. È di forma triangolare e posto profondamente al medio gluteo. Origina dalla faccia dorsale dell’osso dell’anca, nella regione compresa tra le linee glutee anteriore ed inferiore e dalla cresta iliaca. Il robusto tendine nei quali i fasci muscolari diretti in basso convergono, si inserisce sul margine anteriore del grande trocantere del femore.
Azione:
- Abduce e ruota internamente la coscia.
- Estende il bacino e lo inclina dal proprio lato quando prende punto fisso sul femore.
- Contribuisce al mantenimento della stazione eretta con la sua contrazione bilaterale.
Muscolo iliaco
Di forma triangolare, con il grande psoas compone il muscolo ileo-psoas, si ritrova nella fossa iliaca.
Origine: versante mediale dell’ala iliaca.
Inserzione: unitamente al grande poas, sul piccolo trocantee del femore. Nell’estremità inferiore ambedue passano sotto il legamento inguinale.
Funzione: flette e extra-ruota la coscia sul bacino.
Innervazione: nervo femorale.
NERVI
NERVO CUTANEO LATERALE DEL FEMORE
E’ un nervo esclusivamente sensitivo che nasce dal ramo anteriore del secondo nervo lombare, attraversa obliquamente, in basso ed in fuori, i fasci del muscolo grande psoas e, emerso dalla faccia laterale di questo, passa nella fossa iliaca che percorre trasversalmente, sotto la fascia del muscolo iliaco, abbandona poi la cavita pelvica passando nell’incisura compresa fra la spina iliaca anteriore superiore e la spina iliaca anteriore inferiore, al di sotto del legamento inguinale. Giunto nella coscia diviene sottocutaneo e si divide nei suoi rami terminali: il ramo gluteo ed il ramo femorale.
Ramo gluteo: si porta indietro ed in fuori per distribuirsi alla cute della natica.
Ramo femorale: procede con decorso verticale fino al ginocchio, distribuendosi alla faccia antero-laterale della coscia. Si spiega così la comune complicanza post- interventi di prelievo osseo da cresta iliaca: insensibilità della coscia e/o della natica è dovuta al trauma arrecato a questo nervo.
NERVO ILEO IPOGASTRICO
E’ un nervo che nasce dalla prima arcata del plesso lombare, insieme al nervo ileo-inguinale. Si dirige obliquamente in basso ed in fuori, parallelamente al XXII nervo intercostale, anteriormente al muscolo quadrato dei lombi, segue la parete laterale dell’addome sistemato fra i muscoli larghi (appoggiato sull’aponeurosi del muscolo trasverso dell’addome) fino a raggiungere la guaina del muscolo retto nella quale penetra e termina. Il primo tratto del nervo è sottoperitoneale ed incrocia la faccia posteriore del rene. Penetra poi sotto l’aponeurosi del trasverso collocandosi tra il detto muscolo e l’obliquo interno, e poi tra obliquo interno e obliquo esterno, fino al muscolo retto. Il nervo fornisce i rami muscolari per i muscoli larghi dell’addome e per il retto addominale e due rami cutanei, uno laterale che innerva una striscia di cute del fianco fino alla regione glutea ed uno anteriore che fornisce la cute antero-laterale dell’addome al di sotto dell’ombelico fino alla regione inguinale. Anche in questo caso può esitare un traumatismo post-operatorio con insensibilità della regione inguinale omo-laterale alla sede di prelievo osseo da cresta iliaca.
NERVO ILEO INGUINALE
Ha decorso e origine simile al precedente (primo nervo lombare), ma è sito poco più in basso. A livello della spina iliaca anteriore superiore si divide in due rami, il più sottile dei quali prosegue similmente al nervo ileo-ipogastrico fino ad innervare il muscolo retto; l’altro ramo più voluminoso, detto ramo genitale, segue il margine inferiore del muscolo obliquo interno, entra nel tragitto inguinale, lo percorre, diviene sottocutaneo e, a livello dell’orifizio esterno del tragitto da’ origine ai rami sensitivi della cute dello scroto e della parte alta delle grandi labbra. Idem come sopra.
NERVO OTTURATORIO
E’ il più lungo e voluminoso dei rami collaterali del plesso (origine complessa da II, III e IV nervo lombare). E’ un nervo misto destinato principalmente ai muscoli mediali della coscia (gli adduttori) e, ad un piccolo distretto cutaneo della coscia. I tre tronchi di origine si uniscono nello spessore del muscolo psoas a formare un unico tronco nervoso , che si dirige obliquamente verso il basso ed emerge alla faccia mediale del muscolo psoas iliaco. Diretto in avanti il nervo raggiunge il canale otturatorio (forame otturatorio dell’osso iliaco), lo percorre ed esce dal bacino terminando nei piani muscolari profondi dei muscoli adduttori. Durante il decorso pelvico il nervo è accompagnato, soprattutto nel canale otturatorio, dai vasi otturatori. Come nervo sensitivo innerva la metà inferiore della faccia mediale della coscia, l’articolazione dell’anca e del ginocchio.
NERVO FEMORALE
E’ un voluminoso nervo misto ( II, III e IV nervo lombare) che innerva i muscoli della loggia anteriore della coscia, un’estesa area di cute antero-mediale della coscia, della gamba e del piede.
Decorso: dopo la sua costituzione penetra nel muscolo psoas, emerge al margine laterale di esso nel solco tra muscolo psoas ed iliaco, discende verso il legamento inguinale, tende ad esteriorizzarsi sulla faccia anteriore del muscolo poco prima del legamento stesso. Esce dal bacino al di sotto del tragitto inguinale e, penetra nella radice della coscia collocandosi nella profondità nel triangolo dello Scarpa, ove si scompone nei numerosi rami terminali.
CIRCOLAZIONE ARTERIOSA
I vasi arteriosi del distretto iliaco sono tutti tributari dell’arteria iliaca comune che, a sua volta, ha origine dall’aorta.
ARTERIA ILIACA COMUNE
A livello delle ultime vertebre lombari l’aorta si divide nei suoi due ultimi rami terminali, destro e sinistro, determinandone una drastica riduzione di diametro. Dopo circa 5 cm, a livello dell’articolazione sacro-iliaca, si biforcano ulteriormente nelle rispettive arteria iliaca esterna e arteria iliaca interna o ipogastrica. Le arteria sono site profondamente a lato della colonna lombare, appoggiate sulla fascia del muscolo psoas e retro-peritoneali. L’arteria iliaca comune di sinistra è incrociata anteriormente dall’uretere mentre contro-lateralmente, tale incrocio avviene a livello dell’arteria iliaca esterna.
Le arterie iliache comune emettono soltanto piccoli ramuscoli per il muscolo psoas ed alcuni linfonodi vicini
ARTERIA ILIACA ESTERNA
E’ un’arteria di grosso calibro del diametro di 12 mm e con una lunghezza di quasi 12 cm. Si continua nell’arteria femorale, arteria principale dell’arto inferiore. A livello dell’articolazione sacro-iliaca, si dirige in basso e lateralmente seguendo il margine mediale del muscolo ileo-psoas, ma nell’ultimo tratto si pone al davanti di tale muscolo per passare sotto al ligamento inguinale. In tutto il tratto pelvico il vaso è coperto da peritoneo. L’arteria è accompagnata dalla vena omonima e i due vasi sono uniti da abbondante connettivo. I due vasi sono accompagnati dalla catena dei linfatici che collegano i linfonodi inguinali a quelli aortici. Nello spazio della lacuna vascolare al di sotto del ligamento inguinale, l’arteria è sita lateralmente, vicino alla fascia che la separa dal nervo femorale, mentre la vena è mediale. L’arteria durante il suo percorso emette piccoli ramuscoli peri i linfonodi vicini e, presso il canale inguinale, due rami importanti per la vascolarizzazione parietale dell’addome, l’arteria epigastrica inferiore e l’arteria circonflessa iliaca profonda.
ARTERIA ILIACA INTERNA o arteria ipogastrica.
Origina dall’arteria iliaca comune presso l’articolazione sacro-iliaca. È in rapporto all’inizio con il muscolo psoas, poi si colloca a lato dell’ala del sacro e contrae rapporti con il plesso lombo-sacrale. L’arteria è un tronco a valore complesso sia parietale che viscerale e termina dividendosi in due tronchi, detti anteriore e posteriore.
ARTERIA CIRCONFLESSA ILIACA PROFONDA
È un ramo che origina dall’arteria iliaca esterna, si dirige in alto e lateralmente in posizione sotto-peritoneale e segue il decorso del ligamento inguinale. Arriva alla spina iliaca anteriore superiore e si colloca tra il muscolo trasverso ed il muscolo obliquo interno: in tale piano muscolare l’arteria termina anastomizzandosi a pieno canale con l’arteria ileo-lombare, ramo dell’ipogastrica (iliaca interna). I due vasi formano cosi’ un anello arterioso che segue la cresta iliaca ed il ligamento inguinale. L’arteria durante il percorso fornisce rami ai muscoli larghi dell’addome presso la loro inserzione al bacino (cresta iliaca).
ARTERIA CIRCONFLESSA ILIACA SUPERFICIALE
E’ il primo ramo collaterale dell’arteria femorale, è diretta superficialmente in alto verso la spina iliaca anteriore superiore e confluisce poi nell’arteria circonflessa iliaca profonda.
ARTERIA EPIGASTRICA INFERIORE
Nasce dall’arteria iliaca esterna a livello della faccia profonda della parete addominale anteriore appena medialmente all’orifizio interno del canale inguinale.
Si dirige poi verticalmente in avanti, in alto e medialmente penetrando nella guaina del muscolo retto, al quale fornisce rami nutritivi e termina nel reticolo arterioso peri-ombelicale anastomizzandosi con l’arteria epigastrica superiore (ramo terminale dell’arteria mammaria interna).
CIRCOLAZIONE VENOSA
Il circolo venoso del distretto iliaco è tributario della vena cava, il più grosso vaso venoso del corpo umano: è la vena che scarica al cuore il sangue che ha circolato negli organi parietali e viscerali del tratto sotto-diaframmatico.
VENE ILIACHE COMUNI
Sono grossi vasi venosi pari ma asimmetrici dalla cui confluenza risulta la costituzione della vena cava inferiore. Le vene hanno origine similare: si costituiscono per unione ad angolo acuto della vena iliaca esterna con la vena ipogastrica o ilaca interna. La confluenza si trova in corrispondenza del contorno superiore dell’articolazione sacro-iliaca dietro alle arterie omonime. Come affluenti ricevono solo poche vene sacrali.
VENA ILIACA ESTERNA
E’ la prosecuzione del sistema venoso refluo dell’arto inferiore. La sua origine avviene al di sotto del legamento inguinale. Ha un decorso simile all’omonima arteria: sale lungo lo stretto superiore della pelvi presso il margine mediale del muscolo psoas. I suoi affluenti sono la vena epigastrica inferiore, la vena circonflessa iliaca profonda, satelliti delle omonime arterie.
VENA IPOGASTRICA O ILIACA INTERNA
Raccoglie il sangue refluo da visceri ed organi parietali del bacino, confluisce con la vena iliaca esterna a formare la vena iliaca comune. Similmente ma posteriormente all’arteria omonima inizia al bordo superiore della grande incisura ischiatica come prosecuzione del sistema venoso dell’arto inferiore e della vena pudenda. Riceve le vene glutee, la vena ischiatica e la vena otturatoria oltre ai numerosi plessi del bacino (plesso peri-vescicale ed emorroidario).
VENA CIRCONFLESSA ILIACA PROFONDA
Sono vene satelliti tributarie delle vena iliaca esterna che possono presentare sensibili anomalie di sviluppo. Specialmente la vena circonflessa iliaca profonda può non avere il collegamento al sistema della vena ipogastrica con conseguente mancanza della presenza di un anello venoso completo.
VENA EPIGASTRICA SUPERFICIALE
Insieme alla vena toraco-epigastrica (vena più craniale) costituisce il reticolo venoso superficiale della regione toraco -addomino-inguinale. Ha le sue origini nelle vene para-ombelicali, discende verso il basso al di sopra della guaina dei retti, incrocia il ligamento inguinale e a livello del triangolo dello Scarpa confluisce nel circolo profondo della vena safena o della vena femorale.
dr. Massimo Mazza
Wikipedia – L’enciclopedia libera
Trattato di Anatomia Umana Normale – A. Bairati
Netter – manuale illustrato di anatomia
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