1) Il successo di un impianto dentale dipende dal chirurgo:
- esperienza: aver visto personalmente (non per aver letto sui libri o ascoltato ai congressi) cosa succede ad un impianto dopo 10 o 20 anni.
- numero di interventi eseguiti: c’è grande differenza tra un operatore che ha fatto 10, 100, 1000 o > 10.000 impianti!
- manualità (non siamo tutti uguali): fatevi fare la pulizia dei denti (senza anestesia locale) dal chirurgo; se sentite male è un brutto segno; io lo faccio sempre per “fare conoscenza” con il paziente.
- formazione chirurgica: un operatore che ha esperienza di chirurgie maggiori (chirurgia maxillo-facciale, chirurgia generale) è “più attrezzato” per affrontare una chirurgia “minore” come la chirurgia implantare.
2) Il successo di un impianto dentale dipende dal paziente:
- la quantità di osso disponibile: la TAC volumetrica è l’esame meno invasivo. Dove non c’è osso o lo si rigenera o si evita l’impianto.
- La biochimica dell’osso del paziente: MOC, osteocalcina, telo-peptide urinario del collagene di tipo I, PTH, vit D sono i marker metabolici più indicativi del potenziale rigenerativo del paziente. Il dentista deve controllarli prima. (link all’articolo “Valutazione metabolica dell’osso in chirurgia orale”)
- L’età e il sesso del paziente: una paziente femmina con più di 50 anni, un rapporto peso/altezza 1,57 m /43 kg e fumatrice, attenzione! Un maschio adulto di 60 anni, 1,70 m /100 kg, che di mestiere fa il contadino o il muratore o che va in palestra a sollevare pesi, difficilmente perderà un impianto, anche se messo maldestramente!
3) Il successo di un impianto dentale dipende dalla marca dell’impianto:
- Il tipo di impianto: geometria di costruzione (forma) e resistenza meccanica. Una geometria raffinata che facilita l’osteointegrazione. La qualità del processo produttivo: evita la frattura accidentale dell’impianto da sovraccarico masticatorio.
- La connessione protesica: maggiore la precisione meccanica – più affidabile sarà il dente finale. Il successo di un impianto dipende anche dalla qualità del componente protesico
- L’implantologia guidata: un software evoluto ci consente di eseguire virtualmente l’intervento di inserimento dell’impianto nell’osso. Condividiamo il progetto chirurgico virtuale con il paziente. Il file quindi viene inviato ad una macchina a controllo numerico, che, a sua volta, produce una guida chirurgica. La guida chirurgica viene posizionata in bocca e “guida” l’operatore durante l’inserimento degli impianti secondo il progetto virtuale: NobelGuide.
- La serietà aziendale. Nobel Biocare (prof. Per Ingvar Brånemark) è la multinazionale che ha aperto la strada all’implantologia moderna. Spesso vengono usati impianti di piccole aziende sconosciute, che dopo pochi anni falliscono e non forniscono più la componentistica protesica. Se l’azienda è affidabile, difficilmente scompare dal mercato.
dr. Massimo Mazza
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