Lo scenario
Il dentista è un professionista che nell’immaginario collettivo è da sempre considerato un uomo dalle smisurate potenzialità economiche. Baciato dall’immensa fortuna di conoscere il mistero della cura del mal di denti. Uno dei dolori più insopportabili che esistano. Detentore di un potere assoluto nei confronti del paziente. Anticamente conteso tra le corti di principi e re (quelli bravi!). Un mestiere antico. Divenuto poi una professione medica con tanto di albo e codice etico.
Un personaggio inevitabile, come il becchino. Prima o poi il dente fa male.
Attualmente la seconda voce di spesa della famiglia media italiana. Dopo il maledettissimo mutuo stipulato per comperare la casa, che adesso ti tassano pure e che in un prossimo futuro non varrà più niente.
I soldi scarseggiano, ma non il mal di denti.
La gente è diventata più attenta. Cerca di capire, di informarsi, per cercare di non buttar via i pochi soldi rimasti.
Tutti su internet alla disperata ricerca di informazioni. Nel tentativo di capire cosa ti devono fare in bocca. E poi la serie infinita di pareri discordanti. Il consiglio di amici, parenti o del portinaio contribuiscono ad aumentare il caos. Della serie “il mio è il più bravo e onesto del mondo!”.
“Vacci anche tu, perfavore”, che così me lo confermi, che non sono mica tanto sicuro nemmeno io!
Alla fine, … non potete far altro che fidarvi:
-
la simpatia dell’uomo
-
la mano felice: “se non ti fa male allora è sicuramente bravo!”
-
l’architettura dello studio (non certo i contenuti tecnologici che sono sconosciuti ai più)
-
la location: “se è in centro, dovrà essere per forza bravo”, ma magari lo studio glielo ha regalato papà…
-
i costi (ormai giocano al ribasso tutti)
-
gli sconti fittizi
-
la vicinanza
-
il parcheggio
-
le signorine sorridenti (opportunamente addestrate)
-
i titoli accademici (che contano sempre meno, visto che le università valgono sempre meno)
-
la pubblicità delle catene dei “supermercati del dente”
-
l’amicizia: “vado da lui perchè è un amico e di lui mi fido!”
I dentisti hanno il più alto tasso di amicizie della storia umana. Sono impegnatissimi in attività ludiche di socializzazione, come il golf, la barca, il bridge, gli aperitivi, le vacanze in località esclusive (Santa Margherita ligure, Courmayeur, Cortina, Forte dei Marmi etc). Qualsiasi cosa va bene, purchè consenta le tanto ambite “pubbliche relazioni”.
Io non ne ho mai fatte. Sono un sociopatico evidentemente. O forse semplicemente non ne ho mai avuto il tempo (http://www.massimomazza.it/massimo-mazza-curriculum-vitae.php).
In ogni caso ben venga tutto questo. Ognuno è libero di interpretare l’esistenza come meglio crede.
Nel frattempo i tempi sono cambiati. Siamo nell’era della globalizzazione e di internet. Lo tsunami della crisi imperversa sempre più violento. La gente non crede più alle favole della pubblicità o agli espedienti del marketing d’assalto: “paghi 9 e porti a casa 10 pulizie dei denti!”.
I dentisti sono in crisi. Hanno la sindrome della poltrona vuota.
I pazienti incalzano: vogliono sapere, capire e controllare dove vanno a finire i soldi spesi per curarsi i denti. Il consenso informato che ti fanno firmare dal dentista non serve a nulla. Parole vuote. Il contenzioso con i dentisti è aumentato enormemente, favorito dalla crisi monetaria. La gente è inferocita.
Pronta a fare causa. Tanto fate i dentisti: “sciacqua, sputa e incassa”. Questo pensa il paziente. E i pazienti possono fare causa per qualsiasi motivo. Anche solo perchè gli stai antipatico. E ti ricattano. Sono diventati dei professionisti. Tanto sanno bene che è la loro parola contro la tua, davanti a un CTU (consulente tecnico d’ufficio del tribunale) o a un giudice.
Perchè?
Semplice: il dentista non ha documentazione sufficientemente chiara ed esaustiva a dimostrare la sua perizia. Cioè che ha lavorato bene. Anche se usa il microscopio, il laser, ha fatto cento corsi di aggiornamento, ha 3 lauree, una cattedra e uno studio in centro!
In questo modo non si va da nessuna parte.
I dentisti – come tutti medici – sono terrorizzati dalle cause e ti riempiono di TAC, ti fanno firmare un sacco di carte, si prendono meno responsabilità possibile (cioè non ti curano) e lavorano male. I pazienti sono diffidenti, maldisposti nel cervello e nell’animo, quindi guariscono poco e male. Ma soprattutto non vengono curati. Le assicurazioni che dovrebbero tutelare i professionisti sono alla bancarotta a causa dell’enorme contenzioso emergente. Di conseguenza pretendono premi assicurativi assurdi dai professionisti e in alcuni casi non ti assicurano proprio.
E’ la paralisi del sistema.
Ricapitolando:
I pazienti vogliono la trasparenza, come tutte le categorie di consumatori.
I dentisti-medici vogliono poter lavorare senza farsi venire l’ictus o l’infarto.
Le assicurazioni vogliono tornare a guadagnare.
Lo stato, cioè tutti noi, vuole evitare di sperperare risorse inutili tra omesse cure e contenziosi che affollano le aule dei tribunali.
Tutti chiedono più trasparenza.
Forse l’unica soluzione è la registrazione in toto di tutto quello che viene fatto e detto. Una specie di “scatola nera” degli aereoplani, che registra tutto e consente in caso di incidente di capire cosa è successo veramente.
I pazienti si tranquillizzano, i medici-dentisti lavorano bene, le assicurazioni possono tornare a sperare di guadagnare, i contenziosi si riducono drasticamente.
Come fare? Lo vedremo nella prossima puntata: “ZeroInOn – ovvero la trasparenza totale”
dr Massimo Mazza
Prima di postare un commento leggere le Regole del Blog